In occasione della presentazione e della discussione pubblica del Piano Urbanistico Comunale (ottobre 2018) avevamo proposto una riflessione su quale fosse la naturale “vocazione” di Piedimonte e quale fosse la possibile direzione di sviluppo legata a questa idea della città.
Per la sua storia, la sua geografia e per la sua centralità all’interno del costituendo Parco Nazionale del Matese, ci sembrava evidente che la naturale vocazione di Piedimonte, e dell’intero Matese, fosse la sostenibilità, ovvero la capacità della città e del territorio di conservare le proprie ricchezze per le generazioni future.
Auspicavamo, dunque, che il PUC accogliesse questo principio e affermasse con chiarezza che l’obiettivo generale della nostra città è diventare “Città della Sostenibilità” e che, dunque, si adottasse il principio di sostenibilità come criterio strategico attraverso il quale misurare la bontà di tutte le scelte per la città e per il suo futuro.
Lo sviluppo di un territorio può infatti considerarsi sostenibile quando riesce a soddisfarne la Sostenibilità Economica (la capacità di generare reddito e lavoro per il sostentamento della popolazione), la Sostenibilità Ambientale (la capacità di mantenere qualità e riproducibilità delle risorse naturali) e la Sostenibilità Sociale (la capacità di garantire condizioni di benessere umano, equamente distribuite per classi e genere, in termini di sicurezza, salute, istruzione, democrazia, partecipazione, giustizia).
Nel 2015 le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un programma globale che, attraverso 17 obiettivi riguardanti tutte le dimensioni della vita umana e del pianeta, intende porre fine alla povertà e all’ineguaglianza, promuovendo lo sviluppo sociale ed economico, affrontare i cambiamenti climatici e costruire società pacifiche entro l’anno 2030.
Negli ultimi anni moltissime Città, piccole e grandi, hanno puntato sulla Sostenibilità come leva fondamentale per il loro sviluppo, creando nuova occupazione nell’economia circolare e nel turismo sostenibile. Sono stati inoltre istituiti diversi Premi per le Città che eccellono nelle pratiche sostenibili (Cresco Award Città Sostenibili, Comuni Rinnovabili, Premio Comuni Virtuosi, Comuni Ricicloni, Premio Europeo per la Sostenibilità, ecc.) e che hanno lo scopo di valorizzare la capacità della Pubblica Amministrazione locale di rendere operativi progetti incentrati sulla sostenibilità del proprio territorio.
Le iniziative per la sostenibilità ambientale che menzioniamo di seguito sono adottate ormai da numerosi Comuni italiani e stanno consentendo a tantissime comunità di investire sulla sostenibilità ambientale del proprio futuro.
Ognuna di queste proposte necessita ovviamente di ulteriori approfondimenti. Come già fatto con il “Patto di Cittadinanza”, nel quale auspicavamo un maggior coinvolgimento dei cittadini nelle scelte e nelle azioni amministrative, proviamo a dare un piccolo contributo di idee sui temi che riteniamo fondamentali per il futuro del nostro territorio.
Ci auguriamo che le forze politiche vogliano prendere in considerazione queste proposte e porre in essere le azioni necessarie per realizzarle. É evidente che il successo di ogni iniziativa di cambiamento dipende dal pieno coinvolgimento dei cittadini. Speriamo, pertanto, che si avvii un’ampia discussione pubblica su questi temi, che consenta a tutti di contribuire alla realizzazione della “Città della Sostenibilità”.
CONSUMO DI SUOLO
Sono tanti i Comuni che hanno scelto un Piano Regolatore a Crescita Zero, in totale controtendenza con il modello di sviluppo urbano fondato sulla cementificazione, investendo nella bioedilizia e autorizzando solo costruzioni sull’esistente o sulle aree dismesse, con la sola eccezione delle aziende che abbiano necessità di espandersi.
In molti, inoltre, hanno adottato uno specifico “Regolamento per il recupero dei beni privati abbandonati” che consente l’acquisizione di beni di proprietà privata abbandonati, destinandoli, una volta diventati di patrimonio comunale, alla riqualificazione e al riuso, anche attraverso la cessione a terzi. In parole povere il Comune può appropriarsi di beni privati, spesso anche di enorme valore storico-culturale, sottraendoli al degrado e destinandoli a nuova vita.
ENERGIE RINNOVABILI, EFFICIENZA ENERGETICA E MOBILITÀ SOSTENIBILE
Moltissime Amministrazioni hanno aderito al Patto dei Sindaci per il clima e l’energia, movimento globale nato nel 2008, per volontà dell’Unione europea e guidato esclusivamente dai Sindaci, con lo scopo di promuovere azioni a favore del clima e l’energia e di raggiungere gli obiettivi comunitari previsti per questi temi. Il progetto è cresciuto negli anni e oggi conta circa 10.000 enti locali e regionali in ben 60 paesi con oltre 317 milioni di abitanti.
Gli enti devono elaborare un proprio Piano d’Azione per il clima e l’energia sostenibile, entro due anni dall’adesione al Patto, con azioni concrete volte a ridurre le emissioni di gas serra, aumentare il livello di efficienza energetica e la produzione di energia da fonte rinnovabile.
STRATEGIA RIFIUTI ZERO
I Comuni Italiani che hanno aderito, ad oggi, alla Strategia Rifiuti Zero sono 305 per un totale di più di 6 milioni di abitanti. Rifiuti Zero è una strategia che si propone di riprogettare la vita ciclica delle risorse in modo tale da riutilizzare tutti i prodotti, facendo tendere a zero la quantità di rifiuti da portare a smaltimento finale in inceneritori e in discariche.
La strategia Rifiuti Zero si sviluppa in dieci passi che, schematicamente, si possono riassumere in tre punti:
– eliminare l’incenerimento dei rifiuti e strutturare un sistema di raccolta differenziata che aumenti la quantità di materiale differenziabile ed ottimizzi la qualità del materiale da riciclare, diminuendo contestualmente la quantità di rifiuti prodotti;
– incentivare il riuso del materiale riciclato, la riparazione di oggetti e operare scelte di vita che diminuiscano la percentuale di scarti;
– sostenere la progettazione e la produzione di prodotti totalmente riciclabili, riutilizzabili e riparabili.
CITTÀ “PLASTIC FREE”
Il Parlamento europeo ha approvato recentemente una nuova direttiva che entro il 2021 impone agli Stati membri di vietare l’uso di una seria di articoli in plastica monouso non compostabile, come piatti, posate, cannucce e bastoncini cotonati.
Diversi Sindaci stanno anticipando la direttiva europea vietando da subito, su tutto il loro territorio comunale, la commercializzazione e l’utilizzo di materiali plastici monouso per uso alimentare, contenitori di cibo, sacchetti, shoppers che non siano in materiale biodegradabile e compostabile, diminuendo la quantità di plastica e di rifiuti da smaltire e giovando sul bilancio finanziario del Comune e sul bilancio ecologico di tutto il territorio.
ACQUISTI VERDI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Gli enti pubblici hanno l’obbligo di adottare parametri di sostenibilità ambientale quando predispongono i bandi di gara per l’acquisto di beni e servizi: sono i cosiddetti Acquisti Verdi (GPP-green public procurement) che riguardano tutti i settori, dal tipo di carta utilizzata negli uffici alla ristorazione, dalla gestione dei rifiuti e del verde pubblico all’illuminazione stradale, e così via.
Purtroppo però gli acquisti della pubblica amministrazione non sono ancora così “verdi” come dovrebbero essere: una recente indagine, presentata alla Camera, ha evidenziato che i Criteri Ambientali Minimi (CAM) previsti dal Codice degli appalti, nella maggior parte dei casi, restano inapplicati.